Alessio Scatolini, 18 anni, portiere cresciuto nelle giovanili della Sampdoria ora è in prestito all’Alessandria, in Serie C, ma, lo scorso 14 agosto, ha visto crollare il Ponte Morandi e con sè un pezzo della sua vita.

Alessio è l’unico calciatore professionista colpito direttamente dalla tragedia e ha portato la sua testimonianza alla Gazzetta dello Sport.

Provo un senso di vuoto, di sgomento: ero qui con mio padre quando è caduto e quel rumore devastante non mi dà tregua nella testa. Questa tragedia in qualche modo ci ha cambiato“.

Alessio abita nella zona arancione, a ridosso di quella più pericolosa, dove sono state evacuate oltre 600 persone: anche lui si è dovuto trasferire per una decina di giorni a casa della sorella con la famiglia, prima di ricevere il via libera per ritornare nel suo appartamento.

Ho visto i teli bianchi coprire i cadaveri, cercavo di aiutare le persone a spostare le macerie.

I ricordi di quel terribile giorno sono dolorosi e crudi. La necessità di urlare la rabbia e tenere alta l’attenzione su una città e un quartiere che devono trovare la forza di risorgere e non possono essere lasciati soli.

“Ora vorrei che dopo la solidarietà iniziale, la Federazione e i club di Serie A tenessero ancora alta l’attenzione, raccogliessero fondi, organizzassero iniziative per non lasciare la città da sola.”