Coutinho è l’affare di mercato più discusso di questa sessione invernale e non soltanto per le cifre in ballo, sono molteplici infatti gli interrogativi che il caso ha suscitato, tanti i rimpianti e qualche perplessità e preoccupazione.

Dopo il passaggio di Neymar, Mbappé, Morata, i 150 milioni esborsati dal Barcellona per Philippe Coutinho non stupiscono poi così tanto e parlare di affare clamoroso sembra quasi un’esagerazione specie perché si respirava nell’aria da un po’. L’interesse del Barcellona nei confronti del Brasiliano non è una novità, nel post Neymar infatti i catalani si erano già fiondati sul venticinquenne e ad agosto erano parecchie le voci che ritenevano la trattativa conclusa sebbene i Reds avessero esplicitamente più volte fatto muro. Almeno così sembrava. Sembrava appunto! Perché non mancano punti d’ombra e interrogativi, primo fra tutti lo scivolone della Nike che l’ultima notte si è resa protagonista dello spoiler dell’anno pubblicando erroneamente un annuncio commerciale che proclamava il passaggio avvenuto dell’atleta in blaugrana, annuncio rimosso poco dopo. La gaffe commessa dalla Nike ha fatto il giro del mondo in men che non si dica grazie ai social, una “distrazione” è costata molto più di un gossip? Il post, diventato virale, è risuonato una mezza conferma alle teorie dei “malpensanti” e a rincarare la dose di sospetto alcuni post con date anomale che non sono sfuggite agli osservatori più attenti. Le supposizioni sono molteplici, già ad agosto si vociferava circa un accordo raggiunto tra Coutinho e il Barcellona e un’intesa in procinto di essere raggiunta tra i blaugrana e il club inglese ma, ritenuta troppo bassa l’offerta, il Liverpool non ha mai ceduto (trat)tenendo il gioiellino. Le piste che conducevano a supporre una risoluzione a gennaio erano diverse e difatti gennaio fu: Trasferimento compiuto, presentazione e ufficialità sono step già superati, Philippe Coutinho è un giocatore del Barcellona. Acquistato dal club spagnolo per 110 milioni di euro (fissi) e una parte variabile che si raggira intorno ai 40 di bonus per un totale di 150 milioni, i Reds sono riusciti a fare alzare l’offerta al Barcellona non di poco considerato che rispetto alla somma proposta ad agosto le cifre si sono innalzate di 50 milioni all’incirca. I Reds che, a quanto pare, non sono riusciti a far cambiare idea al brasiliano potrebbero aver temporeggiato proprio per forzare la mano sul prezzo eppure non manca chi crede che l’accordo, raggiunto soltanto adesso, fosse stato già stato risoluto in estate; rimane quindi enigmatico il motivo per il quale si sia protratta fino a gennaio in Premier. Se da un lato l’affare ha suscitato diversi interrogativi, dall’altro, come già premesso, non mancano rimpianti e preoccupazioni.

Le preoccupazioni che il caso ha sollevato sono di natura finanziaria, la valutazione economica dei giocatori è in costante crescita e nella scorsa stagione di calciomercato sono stati raggiunti picchi altissimi, Neymar docet; evento scatenante di un circolo vizioso e sempre più trainante, una corsa al rialzo dei prezzi di mercato che sembra non arrestarsi e che incrementa un gap economico già di per sé notevole tra le società-colossi e le piccole società, non solo tra i vari campionati di prima fascia dei “Big 5”, persino quello tra club di uno stesso campionato. A questa discrepanza via via sempre più ampia consegue, per forza di cose, un’egemonia sempre più preponderante e che significa molto.

Dinnanzi ad una cessione di 150 milioni di euro e la plusvalenza che il Liverpool ha ottenuto dalla cessione del brasiliano, che si raggira intorno ai 140 milioni di euro non mancano i rimpianti. Arrivato all’Inter nel 2010 due mesi dopo il triplete con Benitez in panchina, acquistato per 2,80 mln dal Vasco de Dama due anni prima dove era rimasto in prestito, a Milano colleziona 28 presenze e 3 gol e dopo una parentesi all’Espanyol, nel 2013 viene venduto al Liverpool per 10 mln + bonus per un totale di 13 milioni dove il “piccolo Pato” di cui tanto si era innamorato Branca è cresciuto e maturato fino a far esplodere quelle doti che sebbene a sprazzi e immaturamente incantavano San Siro e che oggi, forse ad Appiano si rimpiangono.

 

Egle Patanè