Paulo Dybala è intervenuto oggi  all’appuntamento consueto che la Juventus ha istituito per questo periodo di quarantena forzata, con la partecipazione di un giocatore bianconero e un (illustre) tifoso.

Avrebbe dovuto esserci  già quattro giorni fa: il perché dello slittamento lo ha spiegato Paulo stesso, che dal 21 marzo risulta nella lunga lista di coloro che hanno contratto il Covid 19.

L’argentino ha rivelato di aver sofferto l’aggressività del virus in questi giorni.

L’affaticamento muscolare e fisico è stato tale da non permettergli quasi di stare in piedi, persino respirare risultava faticoso:

Sto bene, dopo alcuni sintomi forti che ho avuto ora mi sento molto meglio. Posso muovermi e camminare per iniziare a provare ad allenarmi, perché quando ci ho provato nei giorni scorsi mi iniziavo ad agitare troppo, mi mancava l’aria e quindi non riuscivo a fare niente, dopo cinque minuti già ero molto stanco, sentivo il corpo pesante e mi facevano male i muscoli.

Del resto due giorni fa il giovane aveva pubblicato una foto in cui si intravedeva chiaramente uno stato febbrile:

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Estamos bien 👌🏽😌

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Appare ancora un po’ provato, ma sorridente e disponibile come suo solito. Tra aneddoti della sua vita di bambino e ricette di cucina, la Joya rievoca uno dei suoi ricordi più cari: il giorno in cui la Juventus lo ha contattato per la prima volta. 

Mi ricordo come se fosse ieri, ero a casa mia a Palermo e si parlava molto di mercato. C’erano tante squadre su di me, però io aspettavo perché sapevo che prima o poi sarebbe arrivata la chiamata giusta, quindi non dicevo di sì a nessuno. Poco dopo pranzo mi chiamò il mio procuratore, che mi disse che di lì a breve mi avrebbe chiamato la Juventus. Ricordo che mi chiamò Paratici, mi disse che avrebbero fatto di tutto per portarmi lì. Dopo la chiamata andai da mia madre ad abbracciarla, le dissi che volevo solo la Juve e in estate chiudemmo tutto.

Anche il ricordo dell’ultimo gol ha un sapore speciale: un gol di cui – evidentemente e giustamente, data la rara bellezza – va molto fiero e si vede. Ma la cosa più bella è il messaggio per i più piccoli:

Consigli ai bambini che vogliono diventare calciatori? Il primo è quello di divertirsi sempre, come ho fatto io.

 

Perché in fondo, Paulo Dybala è rimasto proprio tale: un bambino con un pallone che – siamo sicuri – non vede l’ora di tornare in campo.

E anche noi.