16 Ottobre 1953

Una data all’apparenza insignificante, che ha invece acquistato valore solo dopo diversi anni, ad oggi  ci ricorda la nascita di un grande del calcio:
Paulo Roberto Falcão.

Un giocatore che ha davvero fatto la storia a Roma, quel numero 5 che, insieme a Maradona negli anni ’80, ha scalzato l’egemonia delle squadre del Nord portando lustro e bel gioco anche a Roma e Napoli.

NAPLES, ITALY – DECEMBER 16: Diego Armando Maradona, Toninho Cerezo A.S. Roma, Paulo Roberto Falcão A.S. Roma during a Serie A match between Napoli, S.S.C and A.S. Roma at Stadio San Paolo on December 16, 1984 in Naples, Italy. (Photo by Stefano Montesi – Corbis/Corbis via Getty Images)

Acquistato dalla squadra giallorossa il 10 Agosto 1980 per un milione e mezzo di dollari, atterra nella Capitale accompagnato da un leggero scetticismo, in quanto la piazza romana si aspettava al suo posto l’arrivo di Zico.

Esordisce in maglia giallorossa il 29 agosto 1980  proprio in un’amichevole contro la sua ex squadra – l’International – pareggiata per 2-2.

In campionato la sua avventura non comincia benissimo: nel primo anno di militanza in giallorosso segna appena 3 reti, la squadra sfiora il titolo ma viene battuta di pochissimo dalla Juventus, riuscendo però ad aggiudicarsi la Coppa Italia.

E’ nella stagione 1982/1983 che diventa il mito che tutti ricordano.

Vince con la sua squadra il Campionato collezionando 27 presenze, 7 reti in campionato, 2 in Coppa UEFA e 1 rete negli ottavi di finale di Coppa Italia.

Fu allora che venne soprannominato dai tifosi
“DIVINO” o anche “L’ottavo Re di Roma”.

Nella stagione successiva la Roma arrivò in finale di Coppa dei Campioni, allo Stadio Olimpico, perdendo ai rigori contro il Liverpool: Falcão si rifiutò di battere un rigore subendo parecchie critiche dai tifosi e dalla stampa; il giocatore si giustificò confessando  un problema fisico al ginocchio, per il quale gli fu difficile giocare. L’effetto del potente anestetico somministratogli prima della partita sembra fosse svanito alla fine del match, procurandogli forti dolori.

L’anno successivo subisce un grave infortunio e sarà costretto a trasferirsi a New York per le cure, il primo agosto del 1985 rescinde il contratto con la Roma. Ma le giocate del Divino restano comunque impresse nei ricordi di tanti appassionati ed ancora oggi ripensando a lui, diverse manifestazioni di affetto e commozione abbracciano tanti tifosi.

Alberto Mandolesi2

Alberto Mandolesi, giornalista e speaker radiofonico così ricorda il giocatore nel suo libro, da poco uscito in libreria, “Roma 80”:

“Avevo appena acquistato una decappottabile della Volkswagen: 1300cc di cilindrata, dall’aspetto sportivo e divertente. Ne avevo parlato spesso con Paulo che aveva accarezzato l’idea di comprarne una uguale. La ritirai due giorni prima della trasferta di Coppa Italia contro l’Avellino. Al Partenio andò tutto bene. La Roma vinse con un gol di Prohaska e negli ultimi minuti Liedholm volle concedere al giovanissimo Giuseppe Giannini l’opportunità del rientro in Prima Squadra, dopo lo sfortunato esordio della stagione precedente contro il Cesena. Sceso negli spogliatoi per le solite interviste, Paulo mi domandò come fosse andato il viaggio con la macchina nuova.

‘Ottimamente – risposi – Piuttosto perchè non torni con me, così te la faccio provare?’
‘Aspetta che chiedo il permesso al mister’, replicò convinto.
E dopo qualche minuto tornò per darmi la buona notizia: ‘Ho avuto l’OK, però per correttezza dovrò uscire in pullman assieme alla squadra. Potrò scendere solo al casello dell’autostrada. Seguimi con la tua macchina’.

Al Casello il pullman non si fermò. Eravamo nel 1983, non esistevano i telefonini. Pensai che si sarebbe fermato qualche kilometro dopo nell’Hotel dove la squadra aveva alloggiato la sera precedente, ma anche lì l’autista tirò avanti. A quel punto diedi un’accelerata ed arrivai a casa in meno di due ore.

Il giorno seguente mi chiamò Pato: ‘Ma cosa hai combinato a Paulo? E’ incazzatissimo con te. Dice che l’hai lasciato a piedi sull’autostrada!’. Sapete cosa era successo?

Mister Liedholm aveva, si, concesso il permesso a Paulo di tornare con me, ma a condizione di scendere al casello autostradale di Roma sud. Morale? Giunto a quel casello, Falcão fece accostare il pullman della Roma dicendo ai compagni di squadra che doveva provare la mia spider, ma io li avevo superati da un pezzo. Così, dopo lunga attesa, sollecitato dagli sfottò del resto della squadra, Paulo fu costretto a risalire tra i cori di scherno dei colleghi che lo presero in giro fino all’arrivo. Avevo commesso un vero sacrilegio: avevo lasciato il ‘Divino’ a piedi in autostrada”.

falcao roma
fonte immagine: profilo twitter ufficiale AS Roma

 

Infiniti gli aneddoti su un giocatore che pur rimanendo a Roma poco più di cinque anni si è fatto ricordare non solo per le doti calcistiche, ma anche per lo spirito di squadra, l’adattamento ed il grande affetto che ancora oggi prova per la nostra squadra.

Dino Viola spese parole bellissime per questo giocatore, la voglia di acquistarlo era forte, tanto da dover ricorrere ad un prestito dal suo grande amico e allora presidente del Montevarchi: Vasco Farolfi, per far fronte alla perentoria scadenza imposta dall’ International per il rilascio a titolo definitivo del cartellino.

Tempi che furono e che è bello ricordare come un periodo semplice ma pieno di valori, le soddisfazioni, le piccole cose, uomini che non dimenticano e che restano legati a maglie e colori.

Auguri Divino.

Laura Tarani