Si, oggi non si sa se sia meglio ridere o piangere.

Si auspicava una vittoria ed è arrivata: totale, piena, più che meritata: ma i dubbi restano su questa Roma che non da’ di sé un’idea precisa, su una Roma che sfinisce per un’altalenanza di risultati e che proprio per questo ti fa innamorare.

Roma CSKA

In una serata particolare – poco prima del calcio d’inizio, un bruttissimo incidente alla metropolitana di Roma ha coinvolto diversi tifosi russi – la squadra della Capitale riporta in equilibrio la classifica del suo girone, incidendo il suo nome sulla vetta accanto a quello del Real Madrid.

In conferenza stampa Hancarenka, allenatore del CSKA, sembra avere le idee chiare: “Vorremmo trovare una Roma in forma come quella contro il Barcellona”; in effetti si può dire che non sia rimasto deluso. Il CSKA arriva a Roma dopo una vittoria piuttosto inaspettata contro il ‘Real’ di Messi, contando di aggiungere un’altra vittima sul suo taccuino.

Il loro 5-4-1 in fase offensiva, si trasforma in un modulo più dinamico all’occorrenza, un aprirsi e chiudersi che non inganna la Roma: Di Francesco sembra aver studiato bene le dinamiche della squadra russa anche se nei minuti iniziali è il CSKA a prendere il pallino del gioco ed è Olsen ad immolarsi per lasciare la porta inviolata, un crescendo il rendimento del portiere che comincia ad essere forse una delle poche scelte intelligenti in una squadra che trova difficoltà oggettive nel mettere in campo la giusta formazione. Fuori Pastore, Perotti e Kolarov, dentro Santon, El Shaarawy e Pellegrini, grazie al quale la Roma al 30′ conquista il gol del vantaggio servendo un assist perfetto a Dzeko, che di piatto davanti alla porta spinge la palla alle spalle di Pomazun. Il ruolo da trequartista gli calza a pennello, corre, dirige, si muove agevolmente tra le linee, cresce bene il ragazzo e si fa sentire sia come protagonista che come spettatore delle giocate che introduce.

A questa Roma serve concretezza, serve qualcuno che la prenda per mano, anche se diventa difficile per un giovane riuscire a gestire tanta pressione.

Chi dimostra di sapere il fatto suo è il bosniaco, inconcludente e apatico in campionato, sembra subire una metamorfosi in Europa, un gladiatore, statistiche alla mano secondo solo a Ronaldo come media gol negli ultimi due anni, addirittura superiore a Messi, un giocatore a tutto tondo, che da sempre partecipa a tutte le fasi del gioco sacrificandosi e interponendosi, recuperando palloni e allargando gli schemi ai compagni. Il gioco con Under ed El Shaarawy diventa più concreto, due spalle che allargano le ali del Cigno di Sarajevo e che all’occorrenza ne diventano parte integrante.

A fare un ulteriore passo in avanti, la coppia N’Zonzi/De Rossi che trova la giusta sintonia diventando finalmente quel filtro potente che si era smarrito dopo le partenze di Strootman e Nainggolan.

In realtà questa trasformazione spaventa un po’, un rendimento così estremo tra campionato e Champions non fa bene al morale né tantomeno alle aspettative di una squadra che avrebbe bisogno di stabilità. Il sentimento che impera nel cuore dei tifosi è più un interrogativo che non può dare certezze e tranquillità, un vivere sospesi tra la gioia strozzata in gola e l’angoscia di non riuscire a vedere un risultato certo proiettato nel tempo, stasera è un giorno felice, ma è il pensiero che durerà poco a renderlo un po’ più amaro, una specie di labirinto che intriga ma da cui sembra difficile uscire.

Dopo l’1-0 il dinamismo della squadra di casa prende ancora più consistenza e gli assetti cambiano vorticosamente. Al 43′ è ancora Dzeko a farsi pericoloso, l’inserimento di Under sbaraglia tutti, prima di cadere sotto i colpi degli avversari, crossa sui piedi di El Shaarawy che serve a Dzeko la palla del 2-0.

Nel secondo tempo sono ancora gli uomini di Di Francesco a condurre il gioco, un punto a favore anche per il giovane Santon che segue le consegne senza sbavature e ad oggi, possiamo dirlo con una punta di orgoglio, resta l’acquisto con il maggior margine di miglioramento possibile e nel quartetto difensivo sembra aver trovato l’ amalgama giusta. Ancora Florenzi in sperimentazione dietro, ma Fazio e Manolas sono quella garanzia che ci auguriamo possa durare il più a lungo possibile, la respinta su Chalov e Vlasic diventa un ‘opera d’arte nel panorama difensivo.

(immagine goal.com)

Il 3-0 è tutto di Under ma sempre su assist di Dzeko, dopo un quasi gol di Florenzi appena un minuto prima. La Roma chiude inserendo Kolarov, un test in vista della trasferta di Napoli.

Si vince con il controllo totale del match, si vedranno nell’immediato futuro la tenuta, il coraggio ed il cuore.

Laura Tarani

(immagine copertina tribuna.com)