Da bersaglio della critica a idolo dei tifosi: è questo il destino che sta accompagnando Eusebio Di Francesco nel suo percorso da allenatore alla Roma.
Quando è stato ufficializzato il suo ingaggio i più scettici parlavano di un  addio ancor prima di Natale ed invece, ad oggi, il giovane tecnico giallorosso può “preparare i panettoni” da servire a quanti lo vedevano fuori dal progetto Roma prima del nuovo anno. Dieci vittorie in dodici partite disputate, un match da recuperare e tre potenziali punti che lo vedrebbero insieme ai suoi al secondo posto.

Per il momento la squadra capitolina ha raggiunto e occupa la quarta posizione in classifica in campionato e, contro ogni pronostico, guida il girone  definito di ferro  in Champions, avendo lasciato dopo quattro incontri giocati Chelsea e Atletico Madrid alle proprie  spalle. A chi prospettava una fase difensiva che avrebbe vacillato a proteggere la porta, Di Francesco ha risposto con la migliore difesa della Serie A: otto reti finora incassate. Quando poi, le critiche si sono incentrate sulle “pochi rete segnate” il tecnico ha dimostrato come basti, alle volte, realizzare le reti giuste al momento giusto.

La capacità di creare gruppo e gioco di Di Francesco la conoscevano bene, e forse la rimpiangono, al Sassuolo e la stanno apprendendo a Trigora mon soltanto i giocatori, ma lo stesso ambiente. Oltre a capire il calcio, Eusebio sa far sentire importanti tutti i propri calciatori, rendendoli, sulla carta, tutti possibili titolari e partecipanti attivi al percorso della squadra. Per capirlo, basta guardare le foto della cena-festa di tutti i giocatori ieri sera, a seguito della vittoria del derby. Il ponte che portava dal Mapei Stadium All’Olimpico di Roma, il tecnico lo ha attraversato con la pazienza e la pacatezza che lo distingue:niente proclami e tanto carico di lavoro.

Dunque per chi ancora  non lo avesse capito, questa Roma non soltanto è guidata dal suo allenatore ma è anche targata Di Francesco.

Chiara Vernini