È lo sport nazionalpopolare per eccellenza eppure i film (di finzione) sul calcio sono una rarità. A onor del vero la settima arte in Italia negli ultimi anni ha dedicato ben 2 lungometraggi al mondo del pallone: il primo è L’Arbitro di Paolo Zucca versione estesa del cortometraggio omonimo vincitore del David di Donatello 2009 e il secondo è il recentissimo 3 Tocchi di Marco Risi. Entrambi i lavori sono stati presentati in Festival Internazionali, rispettivamente Venezia e Roma, e tutte e due le pellicole basano la loro storia sulle così dette squadre minori. L’Arbitro dipinge in maniera ineccepibile e grottesca il calcio di provincia, quello dei paesini tra rivalità e soprusi dei potenti. Il film di Marco Risi invece tenta di raccontare una generazione attraverso le “chiacchiere da spogliatoio” che svelano frustrazioni e dolore dei giovani giocatori che, nella vita e sul campo, mostrano più dolori che gioie. Al di là di queste, ultime, italiche prove la, seppur scarsa, cinematografia “calciofila” ha saputo regalare al pubblico alcune perle. Ecco, quindi, una top 5 dei migliori film che hanno scelto come spunto per raccontare storie di vita e di passione lo sport più amato del mondo.

#5 La trilogia del Goal. Non tanto per meriti artistici ma tutt’al più perché i tre film che la compongono sono gli unici ad aver seguito dagli esordi al successo la vita di un giocatore, La Trilogia del Goal – ovvero Goal!, Goal II – Vivere un sogno, Goal III – non possono mancare nella cineteca di un appassionato di questo sport. Senza contare che il tutto si conclude con la vittoria dell’Italia nel Mondiale tedesco del 2006.

#4 La mano de Dios. Sempre diretto da Marco Risi, come Tre Tocchi, La mano de Dios è un biopic su Maradona. La narrazione comincia con una brevissima sequenza in cui appare un giovanissimo Maradona che, scavalcando un muretto, cade in un pozzo e da lì si aprono lunghi flashback di un Diego Armando bambino e prosegue con un Maradona che riesce ad uscire dal buco e quindi con il racconto, affatto edulcorato, della sua carriera calcistica .

#3 Il mio amico Eric. Ken Loach il rosso ha dedicato questo lungometraggio al mondo del calcio ma, ovviamente, l’ha fatto a suo modo. Eric Cantona, idolo del calcio e idolatrato attaccante del Manchester United negli anni ’90, diventa nel lungometraggio di Loach una sorta di guida spirituale per un impiegato delle poste. Il cineasta inglese riesce a unire il sacro al profano e lo sport diventa, in Il mio amico Eric, esempio di modus vivendi.

#2 Febbre al 90°. Tratto dall’omonimo romanzo di Nick Horby, da lui stesso sceneggiato, il film di David Evans, come il libro, dovrebbe essere un’opera imprescindibile per ogni (insano ma puro) tifoso che si rispetti. La storia è di Paul (interpretato da Colin Firth) la cui vita è sempre intrecciata, oltre che intrecciata per la sua passione per i gunners. Il tifo descritto tra follia e surrealtà è il protagonista di una pellicola divertente, pura e intimamente sportiva.

#1 Fuga per la vittoria. “Se scappiamo ora, perdiamo più che una partita” è una delle frasi più belle (e famose) del lungometraggio di John Huston. La trasposizione cinematografica alla partita della morte tenutasi a Kiev il 9 agosto 1942 tra una mista di calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell’aviazione tedesca Luftwaffe è un film straordinario che innalza lo spettatore, e il concetto stesso del calcio, a un livello superiore. Inoltre la presenza di Pelè al fianco di attori del calibro di Stallone e Caine fa del lungometraggio una perfetta crasi tra l’arte cinematografica e quella calcistica.

Sandra Martone